Nato a Regalbuto (Enna) il 14 febbr. 1875 da Basilio e Irene Punzi, studiò medicina nell'università di Napoli, dove ebbe modo di seguire gli insegnamenti di otorinolaringoiatri già famosi, quali V. Cozzolino e F. Massei. Nel 1900 conseguì la laurea presentando la tesi Studio sulla struttura della mucosa laringea nell'uomo, che gli valse il massimo dei voti e la lode e che fu pubblicata (in Archivii ital. di laringol., IV [1901], pp. 15-46). Dopo la laurea si trasferì a Torino e vi frequentò, come assistente volontario, la clinica otorinolaringoiatrica universitaria diretta dal professor G. Gradenigo: questi gli fu guida preziosa nella formazione scientifica e sperimentale e lo indusse a dedicarsi, contemporaneamente, alla attività clinica ed alla pratica di laboratorio, negli istituti di anatomia e di igiene. Per completare e perfezionare l'esperienza clinica acquisita alla scuola di Gradenigo il C., nel semestre estivo del 1902, frequentò come medico interno le cliniche otorinolaringoiatriche di Berlino dirette da E. Fränckel e da A. Lucae, quella di Monaco diretta da F. Bezold e quella di Halle diretta da H. Schwartze. Stabilitosi a Catania, proseguì le proprie ricerche di carattere biologico e anatomopatologico che, in mancanza di una clinica otorinolaringoiatrica, era costretto a svolgere in altri istituti di quella università.
Alla fine del 1903 il C. aveva già pubblicato ventisette lavori, alcuni dei quali di grande valore scientifico, come quelle già ricordate sulla struttura della mucosa laringea, e, per es., quelli non meno importanti sulla possibile patogenesi dello ascesso di Bezold (Su una nuova patogenesi possibile dell'ascesso di Bezold e sulla esistenza di un forame para-stilo-mastoideo, in Arch. it. di otol., rinol. e laringol., XI [1901], pp. 464-468) e sulla morfologia della mastoide con la descrizione di una cellula mastoidea postero-superiore che fu poi chiamata o cellula di Citelli" (A proposito di una cellula speciale dell'apofisi mastoide,ibid., XII [1901-02], pp. 77 s.). Conseguita la libera docenza in clinica otoririolaringoiatrica presso l'università di Genova nel 1905, negli anni successivi tenne i suoi corsi liberi a Catania fino a che, nel 1909, ottenne dal ministero della Pubblica Istruzione l'incarico dell'insegnamento della clinica otorinolaringoiatrica, dando così inizio ai primi corsi ufficiali della specialità in Sicilia. Nel 1913 fu classificato primo con voto unanime nel concorso per la cattedra di clinica otorinolaringoiatrica di Catania e, dopo aver superato ostacoli e opposizioni, fu nominato professore titolare: in quest'università egli rimase per tutta la vita, e per molti anni fu anche preside della facoltà di medicina.
Volontario nella prima guerra mondiale nei reparti della 3ª armata, al C. fu affidata la consulenza otorinolaringoiatrica e la direzione dei reparti chirurgici della specialità presso l'università castrense di San Giorgio di Nogaro.
La produzione scientifica del C. interessò tutti i settori della specialità: pubblicò infatti duecentosessantacinque lavori riguardanti argomenti di anatomia, di batteriologia, di micologia, di anatomia patologica e chirurgica, di clinica e di tecnica operatoria.
Brillanti furono i suoi contributi alla patologia e alla clinica otorinolaringoiatrica: prospettò l'ipotesi dell'etiopatogenesi allergica della sindrome di Ménière, studiò le micosi faringo-tonsillari e la forma catarrale della tubercolosi laringea, fu sostenitore della contagiosità dei papillomi laringei e dell'etiologia virale delle neoplasie maligne per le quali tentò più volte un trattamento vaccinico; descrisse una fase di presclerosi timpanica, una forma di sordità senile dovuta a congestione cocleare, il prolasso dei seni paranasali; studiò l'anatomia patologica della rinite ipertrofica e dell'ascesso sottolinguale. In particolare si ricordano i suoi studi sui rapporti tra rinofaringe e seni paranasali in condizioni normali e, soprattutto, patologiche e ipofisi e stato psichico: egli poté dimostrare che le malattie di tali settori otorinolaringologici possono provocare lesioni ipofisarie e sindromi adiposo-genitali; descrisse un complesso di sintomi riscontrabili in alcuni soggetti affetti da ipertrofia delle adenoidi o da gravi infezioni dei seni - consistenti in perdita del potere di concentrazione, sopore o insonnia, ritardo mentale, talvolta modificazione del volto, in rapporto a ostruzione respiratoria - designato poi come "sindrome di Citelli" (Vegetazioni adenoidi e sordomutismo, in Boll. d. malattie d. orecchio,d. gola e d. naso, XXII [1904], pp. 141-50; L'ipofisi faringea nella prima e seconda infanzia. Suoi rapporti con la mucosa faringea e con l'ipofisi centrale, in Anatom. Anzeiger, XXXVIII [1921], pp. 242-256, 279-302, 334-349; Sulla grande import. delle alterazioni ipofisarie negli adenoidei, in Minerva medica, XXVI [1935], pp. 105-10). Egli, inoltre, individuò e descrisse la degenerazione nodulo-policistica delle tonsille palatine (Su di un caso eccezionale di degenerazione nodulosa e policistico-colesteatomatosa di tutta la superficie di entrambe le tonsille palatine, in Scritti in onore del prof. D. Mirto, Roma 1942, pp. 65-70; Su una nuova malattia simmetrica delle tonsille palatine, in Medicina e biologia. Collana di studi e ricerche dir. da G. Petragnani eA. Barchiesi, II, s.l. [Roma] 1943, pp. 277-286).
Come chirurgo il C. fu geniale e ardito, e ideò numerose tecniche operatorie, quali la cordectomia mono- o bilaterale, l'aggressione dell'ipofisi per via nasale, l'apertura conservativa del seno frontale, la resezione centro-facciale del mascellare per l'asportazione dei tumori della soprastruttura.
Di lui si ricordano ancora la modifica al procedimento di L. Stacke per la plastica del condotto nella antroatticotomia, una speciale via per raggiungere il labirinto nella cura delle petrositi, l'apertura in due tempi degli ascessi encefalici, la tracheotomia sottoistmica nei bambini intubati per stenosi acuta, il metodo per prevenire le stenosi laringee da tracheotomia o da intubazione. Lo strumentario chirurgico della specialità fu notevolmente arricchito per opera del C. e al suo nome è legata la notissima pinza ossivora che, ideata e costruita nel 1902, viene utilizzata nelle varie misure sia per l'apertura dei seni mascellari e frontali, sia per la demolizione del ponte osseo dell'aditus ad antrum (Una pinza osteotomaper l'asportazione della parte profonda del condotto uditivo osseo nelle operazioni radicali, in Arch. it. diotol., rinol. e laringol., XIII [1902], pp. 59-64); lostrumento si rivelò talmente utile da essere imitato, anche con modifiche insignificanti, da molti autori stranieri. Tra gli strumenti ideati dal C., merita di essere ricordata anche una piccola pinza a cucchiai, con il morso aperto verso l'alto, per l'asportazione delle granulazioni della cassa del timpano.
Il C. fu autore del Trattato delle malattie dell'orecchio,del naso e della gola, pubblicato per la prima volta a Torino nel 1920 e giunto nel 1947 alla quarta edizione: l'opera è in gran parte basata sulla matura esperienza clinica personale dell'autore e fornisce di ogni argomento una sintesi chiara ed efficace.
Dopo la scomparsa del Gradenigo (1925), il C. divenne la personalità otorinolaringoiatrica italiana più eminente in campo internazionale.
Già nel 1909 era stato nominato, dal comitato ungherese, relatore al congresso mondiale di medicina e chirurgia per la sezione rinolaringologica e nel 1912, dal comitato nord-americano, relatore per il congresso mondiale di otologia di Boston. Negli anni successivi egli prese parte attiva a tutti i congressi internazionali, come quello di Londra del 1911 di Copenaghen del 1928, di Madrid del 1932, di Berlino del 1936 e di Salsomaggiore del 1938. Fu socio fondatore della Societas Otorhino-laryngologica latina e ne presiedé il secondo congresso che, in suo onore, si tenne a Catania nel 1931. A dar la misura del prestigio goduto dal C. fuori d'Italia, basterà ricordare che egli riusci a far includere l'italiano tra le lingue ufficiali dei congressi internazionali.
Fu presidente della Società italiana di otorinolaringologia nel 1927-28 e, nel 1930, dette vita, con P. Caliceti e U. Calamida, al periodico L'otorinolaringologia italiana. Gli unici svaghi con i quali il C. interrompeva la sua attività eiano i viaggi e le escursioni in montagna. Tra le sue mete preferite era l'Etna dove, a quota 1.800, fece costruire un rifugio che poi donò al Club alpino italiano.
Il C. morì a Catania, all'età di 72 anni, il 13 giugno 1947. Fino a pochi giorni prima, nonostante le cattive condizioni di salute, aveva continuato a dirigere attivamente l'istituto e a presiedere le sedute di facoltà.
Fonti e Bibl.: Necr. in Atti d. 36º congr. d. Soc. ital. di laring., Venezia 1947, pp. 15-26; in Arch. ital. di otol., rinol. e laring., LVIII (1947), pp. 221-238; in Boll. d. mal. d. orecchio,d. gola e d. naso, LXV (1947), pp. 235 s.; P. Caliceti, Trattato di chirurgia otorino-laringoiatrica, Bologna 1940, pp. 688, 708, 1407, 1820; A. Politzer, Geschichte der Ohrenheilkunde, Stuttgart 1907; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragende Ärzte [1880-1930], II, p. 375.